Trail, Sky Race, Ecomarathon, UltraSky, UltraTrail, Vertical race, etc…sono terminologie ormai entrate nel gergo comune del mondo dei runners, da alcuni queste manifestazioni hanno preso campo ed è ormai nato e maturato un autentico movimento di “corridori nella natura” che conta migliaia di praticanti ed agonisti nel nostro paese.
Anche la nostra società non è da meno e con l’avvento del nuovo sito ha introdotto la sezione “Trail” che raccoglie i contributi dei nostri soci attivi in queste discipline.
Cogliamo l’occasione di questo articolo inaugurale per fare un po’ di chiarezza tra le terminologie e le specialità non trascurando però qualche elemento storico.
Dunque, stiamo parlando di attività di corsa fuori strada con gare di lunghezza fino a oltre 150 km – la mitica Ultra Trail Du Mont Blanc di chilometri ne conta ben 166 – quasi sempre (fanno eccezione le ecomaratone) in ambiente montano.
Queste attività si sono sviluppate enormemente negli ultimi 10 anni ma hanno solide radici storiche: le classiche gare di corsa in montagna, che sulle alpi spesso sono declinate in corse lunghe che oggi chiamiamo “Sky Race” e che da decenni sono “grandi classiche” per valligiani e specialisti come il Trofeo Kima in Val Masino (Sondrio), Ultra skymarathon di 50 km e quasi 4000 metri di dislivello o come la Dolomites Sky Race che dal 1998 parte da Canazei per ritornarci dopo aver toccato il Piz Boè a quota 3152, solo per citarne due eventi famosi tra decine.
Il Trail, ovvero corsa nei sentieri, si dice che sia nato in Scozia, terra verde e solcata da tracce percorribili per chilometri tra i colli delle Highland, località umide e terreni carichi di fango.
Passiamo a qualche definizione, Wikipedia ci aiuta a definire Trail come “una variante della corsa che si svolge su percorsi normalmente utilizzati per l’escursionismo, in particolare in montagna. Questi percorsi si snodano su sentieri inaccessibili per diversi chilometri, di solito, per l’inizio e la fine dell’escursione ed attraversano colline, montagne, altopiani, boschi ed in generale remote zone naturali. La natura stessa del percorso rende il trail running particolarmente impegnativo sia per il profilo altimetrico che per la tipologia di terreno sconnesso sul quale si corre”.
La versione estrema di questa disciplina è l’UltraTrail che è “generalmente una gara di corsa svolta normalmente in ambiente naturale, per lo più in montagna, con dislivelli positivi e negativi importanti, un chilometraggio elevato e limitati posti di ristoro. Si può comunque considerare Ultra un trail che superi i 65/70km con un dislivello positivo di almeno 4000 metri.”
“Nonostante i numerosi tentativi, non esiste una definizione universalmente riconosciuta di Ultratrail, né in termini di distanza né in termini di dislivello”. (fonte wikipedia.it)
Possiamo fornire la codifica esatta delle “Sky Race”, essendo queste gare regolamentate dalla propria federazione, la FSA, che infatti le suddivide in Skyrunning: percorsi o sezioni di gara su sentieri e tracce in terreni montani; Vertical Kilometer®: 1.000m di dislivello in salita al 30% con distanze di 3,5/6km; SkyRace®: 20/30km con più di 1.000m di dislivello e quota massima da 2000m; SkyMarathon: 31/43km,oltre 2.000m di dislivello o oltre 4.000m su qualsiasi distanza; Ultra SkyMarathon®: oltre 44km con più di 2.100m di dislivello. (fonte skyrunning.it)
Infine, ultima ma non per importanza, che anzi in Italia riscuote un grande successo di partecipanti, la Ecomaratona, disciplina derivata dalla più classica delle gare di corsa che si svolge fuori strada, con modesti (o nulli) dislivelli, rigorosamente in strade bianche e sterrate.
Ci sono tanti aspetti, in queste discipline, che devono essere curati in maniera diversa dal semplice podismo, ci ripromettiamo quindi di approfondire nei prossimi articoli le caratteristiche dei materiali, la componente tecnica e quant’altro possa risultare interessante per gli appassionati o i curiosi che ci promettiamo di invogliare fino a farne dei veri “Skyrunner”.